"Alla confluenza di due fiumi il sito antico, ideale per vivere...in villa" memoria della casa di Alvise Cornaro a Codevigo

polifilo

"I soleri arti e seguri del Culibeo" come ricorda il Ruzante nella sua commedia

perspectivo

Il Teatro della Memoria del Ruzante con Alvise Cornaro

IL TEATRO DELLA MEMORIA DI ALVISE CORNARO

Il saggio sostanzialmente tratta della riscoperta di una villa veneta quattrocentesca abbandonata e del suo portico analizzati dall'architetto Piero Meogrossi durante i lavori di tutela quale funzionario presso la Soprintendenza Monumenti di Venezia. Inquadrato come Bene Culturale del XV secolo il manufatto e toponimo Palazzo dè Merli, sito a Codevigo in provincia di Padova, nel 1982 venne così vincolato ex lege 1089/39 e successivamente restaurato  dai proprietari. In quella villa di campagna lungo il Brenta Novo aveva dimorato agli inizi del XVI secolo il mecenate veneto Alvise Cornaro, il "messer vita sobria" della ricerca d'archivio condotta tra Padova, Venezia, Brescia e Vienna: vicende costruttive ed affreschi attribuibili al pittore Montagnana pongono relazioni fra il territorio di Codevigo,  l'affittuario Cornaro e la proprietà della famiglia dei Martinengo di Brescia. Il luogo storicizzato rimanda alla "scena permanente" allestita nel portico, uno spazio all'aperto ove si rappresentavano " dopo la chacia" le commedie del famoso attore Ruzante a lungo ospitato dal Cornaro. Quella ristretta ma famosa corte intellettuale del tempo è rinvenuta grazie i restauri e gli elementi tipologico-costruttivi della fabbrica che rimandano tutti al trattato Cornariano su "i Palazzi per li Signori" mentre i reperti testimoniali ivi rinvenuti evocano le frequentazioni quattrocentesche per un Teatro a scena fissa ivi gestito "a la maniera de li antichi". Sotto il portico della villa trasformato in piccolo teatro, uno dei primi impiantati agli inizi del XVI secolo, si radunavano infatti i compagni veneziani della Calza, i commedianti rappresentati nei telèri del Carpaccio e ricordati dalle cronache del Sanudo, un luogo sicuro ove poter rappresentare le ricerche mnemoniche di Giulio Camillo Delminio e Raimondo Lullo che alimentarono la passione per il Teatro antico della Memoria.

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